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L'Italia è sempre più povera: meno pane, meno sanità

Gli Italiani tagliano sui consumi alimentari di base, sulla sanità, sull’assistenza. Dati Censis e Rapporto sui diritti globali

Gli Italiani sono sempre più poveri e tagliano sui consumi alimentari di base, sulla sanità, sull’assistenza. Impietosi i numeri di questi giorni, un micidiale uno-due da togliere il fiato. Martedì il Rapporto sui diritti globali 2014: il 78 per cento degli italiani ha tagliato persino la spesa per il pane. Mercoledì, Censis e Unipol hanno presentato il Rapporto “Welfare Italia” con famiglie costrette a tagliare in sanità e assistenza. Che cosa significa? Che non c’è più nulla da raschiare, il barattolo è vuoto. La politica e il governo ripartano da qui per realizzare fatti, è finita l’epoca degli annunci e dei segnali.

Secondo il Rapporto sui diritti globali 2014 “nessuna area del paese si salva e sono le famiglie più numerose e soprattutto con figli minori quelle più esposte”. Il tasso di occupazione nel 2013 è tornato ai livelli del 2002: 59,8 per cento. Peggio stanno solo i greci (con il 53,2 per cento), i croati (53,9 per cento) e gli spagnoli (58,2 per cento).

Le povertà aumentano per operai, giovani, genitori e cittadini del Sud. La povertà assoluta tocca 1.725.000 famiglie (il 6,8 per cento) e 4.814.000 persone (l’8 per cento), con un aumento sul 2011 dell’1,6 per cento per le famiglie e +2,3 per cento tra gli individui.

La Coldiretti evidenzia come il 78 per cento degli italiani abbia tagliato la spesa per il pane, anche perché il prezzo del pane è aumentato, a volte anche raddoppiato. Anche un’analisi della Coop dice che la spesa per i generi alimentari è attestata nel 2013 a 2.400 euro circa pro capite, un valore da anni Sessanta il 14 per cento in meno sui valori del 2007.

Il Rapporto sui diritti globali 2014, è realizzato dall’Associazione società informazione onlus e promosso da Cgil con la partecipazione di ActionAid, Antigone, Arci, Cnca, Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum ambientalista, Gruppo Abele e Legambiente.

Il Rapporto "Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali" di Censis e Unipol rivela un altro dato allarmante: frena la spesa privata per sanità e assistenza, il welfare familiare è in crisi. Nell’ultimo anno la spesa sanitaria privata ha registrato un -5,7%, il valore pro-capite si è ridotto da 491 a 458 euro all’anno, le famiglie italiane hanno dovuto rinunciare complessivamente a 6,9 milioni di prestazioni mediche private e per la prima volta è diminuito anche il numero delle badanti che lavorano nelle case degli anziani bisognosi: 4mila in meno.

L’Italia è il Paese dell’area Ocse con la più elevata percentuale di familiari che prestano assistenza a persone anziane o disabili in modo continuativo (il 16,2% della popolazione: il doppio, ad esempio, della Svezia). Ma oggi le famiglie sono in gran parte costrette a reclutare le badanti autonomamente attraverso canali informali, le pagano di tasca propria, con forme diffuse di irregolarità lavorativa, spesso senza garanzie sulla loro professionalità e affidabilità.

E’ una inversione di tendenza rispetto a un fenomeno consolidato nel lungo periodo per cui le risorse familiari hanno compensato una offerta del welfare pubblico che si restringeva. Non c’è più tempo da perdere. (di Ivano Maiorella, dal sito www.giornaleradiosociale.it)